venerdì 27 settembre 2013

Cups, teaspoon e tablespoon: il sistema di misura anglosassone


Quante volte vi è capitato di leggere ricette con misure anglosassoni e trovarvi alle prese con cups, teaspoons e tablespoons cercando l'equivalente in grammi?
Magari davanti a una ricetta originale di una bella pavlova, un lemon curd, un delizioso crumble o una cheesecake.
La prima cosa che si pensa è "e ora quale cucchiaio uso? quale tazza? quella più grande o quella più piccola?"  Eh si, perché di tazze, tazzine, cucchiai e cucchiaini ne esistono tante misure e, a noi che misuriamo tutto in grammi, sembra un metodo approssimativo e di dubbia riuscita.
In realtà si tratta di un metodo pratico in cui ad ogni misura (tazze e cucchiai) corrisponde un determinato volume.
Esiste infatti un "kit" di contenitori cilindrici con manico, tenuti uno dentro l'altro dal più grande al più piccolo, corrispondenti alle varie unità di misura inglesi. Avere questo kit rende in effetti tutto molto più semplice. Se nella ricetta è scritto "1 cup granulated sugar" basterà riempire (raso) il contenitore di volume equivalente a 1 cup.
Inoltre usare i contenitori piccoli può essere molto utile nel caso di piccole quantità di polveri "leggere", come lievito e spezie.
Una cosa importante è che le unità di misura anglosassoni sono unità di volume, perciò una cup di acqua non peserà come una cup di farina, di zucchero o di olio.
Le once invece (oz.) sono unità di misura di massa.


Vi riporto alcune tabelle che lei, la cuochina, giornalista e appassionata di cucina, ha postato sul suo blog personale "La cuochina sopraffina". Secondo me sono molto utili e precise.

Tabella conversione pesi:
½ oz = 10 g
¾ oz = 20 g
1 oz = 25 g
1½ oz = 40 g
2 oz = 50 g
2½ oz = 60 g
3 oz = 75 g
4 oz = 110 g
4½ oz = 125 g
5 oz = 150 g
6 oz = 175 g
7 oz = 200 g
8 oz = 225 g
9 oz = 250 g
10 oz = 275 g
12 oz = 350 g
1 lb = 450 g
1 lb 8 oz = 700 g
2 lb = 900 g
3 lb = 1.35 kg

Tabella conversione liquidi:
1 cup = 240 ml
1/2 cup = 120 ml
1/3 cup = 80 ml
1/4 cup = 60 ml = 4 tablespoons (tbsp)
1 tablespoon (tbsp) = 15 ml = 3 teaspoons (tsp)
1 teaspoon = 5 ml (tsp)
1 fluid ounce = 30 ml
1 US quart = 1 litro

I cup da misurare:
1 cup farina = 150 grammi
1 cup zucchero granulato = 225 grammi
1 cup zucchero di canna = 175 grammi
1 cup uvetta = 200 grammi
1 cup riso basmati non cotto = 180 grammi
1 cup formaggio gratuggiato = 110 grammi
1 cup burro/margarina = 2 stick = 225 grammi
1 cup latte = 240 ml
1 cup Yogurt = 250 grammi
1 cup gocce di cioccolato = 160 grammi
1 cup cacao = 120 grammi
1 cup miele = 300 grammi
1 cup polenta = 160 grammi



C'è anche un sistema per cui è possibile ottenere le quantità nel sistema di misura occidentale semplicemente moltiplicando le rispettive quantità espresse nel sistema di misura anglosassone per un dato coefficiente.
Secondo la tabella quindi:



!! Infine, un utilissimo convertitore di pesi, volumi, lunghezze e temperature lo trovate a questo link .

Spero sia utile a tutti coloro che nei loro esperimenti culinari desiderano attingere anche alle tante ricette della tradizione inglese e americana.

domenica 22 settembre 2013

Tartine sfiziose con tomato relish e philadelphia

Una non-ricetta, più che altro un'idea per un antipasto gustoso o un aperitivo, magari accompagnato da un prosecco.
Vi ricordate il tomato relish, la salsina agrodolce di origine anglosassone di cui abbiamo postato la ricetta qualche tempo fa? Ecco un modo simpatico veloce e d'effetto per servirla... unico limite la fantasia!
Enjoy yourself!






pane in cassetta per tramezzini
formaggio tipo philadelphia

Beh, c'è poco da dire...
Ritagliate il pane in cassetta con forme varie utilizzando gli stampini per biscotti, le forbici o il coltello.
Tostate il pane così tagliato, spalmate il formaggio philadelphia (io ho utilizzato una tasca da pasticceria), aggiungete un cucchiaino di tomato relish e...voilà! Il vostro antipasto è pronto per stuzzicare l'appetito degli ospiti :) 

lunedì 16 settembre 2013

Panna cotta...e tu come la vuoi?

"Non usciranno mai dagli stampini."
"Su su, non fare il pessimista."
"Questi stampini in silicone sono fantastici, ma per la panna cotta non possono andare bene, servono stampini rigidi, così è tutto un balla balla!"
"Ottimismo ci vuole."
"Che poi secondo me la panna cotta è una cosa contro natura... o è panna, o è cotta."
"Come sei lamentoso. Et voilà, hai visto che sono uscite. Ora guarniamole."
"MMMHHH che profumino di vaniglia, la cioccolata poi... e i frutti di bosco!"
"Ehi, ma che fai... ma non avevi detto che era una cosa contro natura! Sempre così finisce, prima si lamenta e poi spazzola via tutto!"








Facile

Ingredienti: (per 4 stampini)

140 ml di latte
60 g zucchero
250 ml di panna liquida fresca
1 baccello di vaniglia
2 fogli di gelatina


Procedimento:
  • Immergete i fogli di gelatina in acqua fredda per 10 minuti.
  • Unite il latte, lo zucchero e la panna liquida in un pentolino. Tagliate il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza e aggiungetelo al composto di latte e panna. Ponete su fuoco basso, portate quasi a bollore (non dovete far bollire) e togliete dal fuoco.
  • Strizzate i fogli di gelatina e uniteli al composto, fateli sciogliere mescolando bene e lasciate raffreddare un poco.
  • Versate negli stampini (o in uno stampo unico) e ponete in frigorifero per almeno 4 ore.
  • Al momento di servire guarnite a piacere con frutta fresca, topping o caramello, oppure...mangiatela al naturale così com'è!
consiglio: potete bagnare l'interno degli stampini con acqua per estrarre più facilmente la panna cotta una volta rassodata.





Con questa ricetta partecipiamo al contest:

mercoledì 11 settembre 2013

Polpettone di tonno

Piatto direi quasi "storico" in famiglia, stuzzica l'appetito come antipasto ma è anche un perfetto secondo estivo vicino a un'insalata mista.
Se non lo conosci, quando te lo presentano per la prima volta, può sembrare un po' strano eppure il profumo ed il sapore sono tutto una scoperta. Un po' il parmigiano, un po' le uova, un po' l'aceto con l'olio del tonno che forma una salsa deliziosa... insomma, il commento tipico degli ospiti è prima "non lo conoscevo" e poi "che buono, mi dai la ricetta?"
Eccola :-)






Facile


Ingredienti: (per 4 persone)


2 scatole di tonno sott'olio grandi (160g)
1 uovo grande oppure 2 uova piccole
40 g di parmigiano grattugiato
pangrattato q.b.  per formare il polpettone
1 pizzico di pepe (a piacere)
una spruzzatina di succo di limone
prezzemolo


Per la salsa:
olio 
aceto (circa 2-3 cucchiai)
uno spicchio d'aglio


Procedimento:

Sgocciolate bene il tonno e tenete l'olio di una scatola in un pentolino. Unite al tonno le uova, il parmigiano, il pepe (se piace), il succo di limone e un po' di prezzemolo sminuzzato. Amalgamate bene spezzettando il tonno con una forchetta in modo che il composto risulti abbastanza omogeneo, poi unite il pangrattato q.b. per formare il polpettone (né troppo liquido né troppo asciutto).
Avvolgete il polpettone nella carta stagnola e sigillate bene.
Nel frattempo mettete sul fuoco una pentola con dell'acqua. Quando avrà raggiunto il bollore adagiatevi il polpettone chiuso nella stagnola e cuocetelo per 20-25 minuti (in pratica dovete lessarlo in abbondante acqua bollente).
Una volta cotto toglietelo dalla stagnola facendola staccare a poco a poco (se necessario aiutatevi con un coltello) e riponetelo in frigorifero.
Preparate la salsa unendo all'olio lasciato da parte nel pentolino lo spicchio d'aglio e l'aceto. Scaldate appena sul fuoco senza portare ad ebollizione, spegnete e lasciate raffreddare.
Quando il polpettone sarà ben freddo tagliatelo a fette un po' diagonalmente, come se tagliaste un salame, disponete le fette su un piatto da portata e versatevi la salsa e mettete nuovamente in frigo fino al momento di servire.
Potete guarnire a piacere con prezzemolo, capperi, olive o maionese.

giovedì 5 settembre 2013

Tortine ai lamponi

Queste tortine sono uno spettacolo, per gli occhi e per il palato. Le ho viste tempo fa sul blog di Marina, "Pura Passione". Inutile dire che il suo blog mi ha ispirato già dal nome, che rispecchia perfettamente lo spirito con cui scrive. Lo fa per divertimento, per il piacere di farlo...per Pura Passione. Condivido pienamente il suo spirito e leggere le sue pagine è un vero piacere.
Ma tornando alle tortine... quando le ho viste ho pensato subito che prima o poi le avrei provate. L'occasione perfetta è arrivata quando quest'estate, in vacanza, passeggiando per le vie di Bressanone (pensate un po'!) , ho trovato degli stampini a fiore.
Impazzisco per stampi, stampini, aggeggetti per dolci e per la cucina...è una malattia, lo so, ma non resisto :) ...così me li sono riportati a casa.
Diciamo che queste meravigliose tortine sono "ispirate" alla sua ricetta, perché l'ho modificata un pochino. Marina dice che "il sapore è in perfetto equilibrio tra la leggera asprezza dei lamponi e la dolcezza del soffice impasto", ed è verissimo.






Facile

Ingredienti: (per circa 8 tortine)

80 g di burro
120 g di zucchero
2 uova
150 ml di latte
185 g di farina
8 g di lievito (1/2 bustina)
1 bustina di vanillina
125 g di lamponi freschi


Procedimento:

Lavare delicatamente i lamponi e lasciarli asciugare su un panno o uno scottex.
Lavorare il burro morbido, a temperatura ambiente, con lo zucchero e la vanillina finché non diventerà spumoso. Aggiungere le uova, una alla volta, il latte e la farina setacciata insieme al lievito. Amalgamare bene il tutto. Unire, da ultimo, i lamponi al composto e versare negli stampini (oppure in unico stampo). Infornare a 180° per circa 25 minuti o comunque finché non saranno dorati in superficie (fate la prova stecchino!).
Sfornate e lasciate raffreddare. Sformate e spolverizzate con lo zucchero a velo.

domenica 1 settembre 2013

Tomato relish di Mrs Coxhead - Salsa di pomodoro agrodolce

Sebbene la ricetta derivi dalla famigerata Mrs Coxhead, io l'ho imparata da Linda, una dolce e intelligente signora neozelandese di origini inglesi, che per me è stata amica e un po' anche mamma.
Il Tomato Relish è una salsa agrodolce e un po' speziata che si sposa benissimo con qualsiasi tipo di carne fredda o calda: pollo, manzo, salsicce, barbecue, e...perché non provarla sul bollito?!
Buonissima anche sul formaggio, io vi faccio dei crostini con la Philadelphia, con cui si accompagna perfettamente mitigandone il sapore, e non manca mai in nessuno dei miei panini....dato che tra colesterolo e linea non posso abbondare con la maionese!




Difficoltà Media


Ingredienti:

1 kg                         pomodori rossi maturi, sbucciati
1 kg                         cipolle frullate finemente  (2-3 grandi cipolle)
440 gr                      zucchero  (2 tazze)
250 ml                     aceto di malto* - o il più forte che avete -
1 cucchiaio (15gr)   sale
1 cucchiaio              mostarda essiccata
1 cucchiaio              polvere di curry
1 cucchiaio              farina di mais
60 ml in +                aceto di malto



Procedimento:

Portate dell'acqua ad ebollizione, prendete una terrina dove riporvi i pomodori maturi e versateci sopra l'acqua bollente lasciandoceli per un minuto o finché la pelle non si tolga facilmente anche da sola. Quest'operazione non deve cuocere i pomodori, ma solo sbollentarli, per evirarli dalla buccia.

Buttate l'acqua bollente, scartate la pelle e mettete i pomodori tagliati a cubetti in una larga pentola, aggiungendovi le cipolle tritate, lo zucchero, l'aceto di malto e il sale. Portate ad ebollizione mescolando continuamente finché lo zucchero non si dissolve. Fate bollire a fuoco vivo per 15 minuti.

Nel frattempo preparate a parte in una tazza le farine: mescolate la mostarda, il curry, la farina di mais e bagnatele con l'aceto in aggiunta (1/4 di tazza). Versate il preparato nella pentola. Mescolate gentilmente il composto per 5 minuti, o finché non vi sembra rapprendersi.

Infine versate il tutto nei barattoli di vetro precedentemente sterilizzati e sigillate immediatamente con un tappo di metallo laccato. Da freddo riaprite per asciugare il tappo.

N.B. 

*Alcune ricette consigliano l'aceto di mele con aggiunta di aceto balsamico, altre un semplice aceto  bianco, Jamie Oliver (cuoco inglese, conduttore e scrittori di libri di cucina) usa l'aceto di vino rosso. Inutile sottolineare che sia l'aspetto che soprattutto il sapore viene stravolto completamente al variare di un solo ingrediente. Io l'ho provato con l'aceto balsamico poiché qui l'aceto di malto è sempre più raro....il risultato? Composto molto più scuro,  buono lo stesso, ma mi è sembrato tutta un'altra cosa.

A proposito: l'aceto di malto è un prodotto del Regno Unito, si trova in commercio nei negozi che vendono prodotti alimentari da tutto il mondo e nei supermercati più forniti. A Roma potete trovarlo da Castroni.


 


Relish: non chiamatela salsa!

Relish....impossibile tradurlo senza alterarne la sostanza. Relish è un "condimento molto saporito" (Alan Davidson) solitamente composto da aceto, sale e zucchero, al quale si aggiungono verdure tritate. Ma non confondetelo né col chutney né con una qualsiasi salsa, per carità!
Il termine relish apparve nei vocabolari inglesi del 1798, e deriva dalla parola "reles", francese antico per indicare "ciò che rimane".
Questo tipo di condimento è stato scoperto da contadini francesi per necessità di mantenere e conservare al meglio per i mesi freddi le rimanenze del raccolto tardivo, o dell'orto di fine estate.

Si salsi chi può!

Essendo una conserva salva prodotti dell'orto, la varietà resta solo all'immaginazione ed alla fantasia.
Ecco solo alcuni possibili relish:

Chow-chow relish:

Termine americano in uso dalla metà del 19° secolo che si riferisce ad un condimento di giardiniera mista nella mostarda. Le origini sono cinesi, e il condimento era composto dalla buccia d'arancia, lo zenzero e sciroppo: vi si accompagnavano i cetrioli.

Piccalilli relish:

Varietà più amara, la più conosciuta è quella di pomodori verdi, ma anche cavoli, peperoni verdi, cipolle e sedano.

Curiosità:

Durante la kwanzaa*, la festa del raccolto celebrata da alcune comunità afro-americane (dal 26 dicembre al primo di gennaio) il tomato relish è parte integrante di un piatto tipico: le banane fritte col tomato relish piccante. Questa ricetta è stata originata dagli africani deportati ai Caraibi durante la schiavitù.

*kwanzaa: equivalente delle festività natalizie, festa dei sette giorni che ricorda le origini culturali alle comunità africane in America, e celebrata dal 1966 nelle zone della Diaspora africana.